giovedì 10 luglio 2008

RICORDANDO..

..solo quando si è nuovamente ritornati a casa, placate le emozioni del viaggio, si ha la netta percezione di quel che il viaggio ha rappresentato.
Mentre si viaggia si vive, si raccoglie, si immagazzina. A viaggio compiuto, dopo un periodo di sedimentazione dei ricordi, si rimurgina. Si rumina con la mente, si ripescano i ricordi e si rimasticano e si riassaporano di nuovo. A distanza di tempo hanno sapore diverso, ne migliore ne peggiore, diverso.. maturo, buono, credo sia questo il vero sapore del trascorso.
Ho scelto questa foto per riassumere questo concetto. Una moto carica, una macchina con un enorme bagaglio sul tetto, uomini che avanzano con i loro beni raccolti spesso in improvvisate valigie, alle spalle una nave che li ha appena scaricati sul molo di un nuovo paese. Ad ognuno di loro il destino riserba la stessa destinazione attraverso un percorso diverso.
Travolti dagli eventi, da quel che è successo e da quel che ci aspetta, dalle parole appena imparate di una lingua sconosciuta e dall'emozione di doverle presto dimenticare per lasciare spazio nella mente a quelle che si impareranno nel paese appena sbarcati. Ricordando l'amico lasciato nell'altra sponda e guardando chi ti sta di fronte se questi sarà altrettanto amico.
Avvolti da questi pensieri, pervasi da queste vibrazioni, spesso non si vive in tempo reale.
La vita è un percorso che si compie in avanti ma spesso la si capisce guardando indietro.
16.000 chilometri attraverso 15 paesi, 3 i continenti attraversati, migliaia gli sguardi incrociati.
Alfabeti, suoni e colori diversi, lingue sconosciute che ancora echeggiano nella mente. Pietre scolpite dalla mano dell'uomo e dal tempo, alberi immobili da millenni.. Uomini di pace e di guerra..
Tanto il vissuto da raccontare, troppo poche le parole a disposizione.

Simone Chieregato

martedì 24 giugno 2008

TUNISIA

..lo sapevo prima di partire che ci sarebbe stata questa possibilità.
Sapevo che ad un certo punto potrei essere stato richiamato in patria.. da un lato sono contento, dall'altro mi dispiace. Mi dispiace interrompere un viaggio a poco più di metà del percorso. Sono in Tunisia, ho già percorso 15.000 km, il 50% in più del previsto dai calcoli fatti prima della partenza. Mi rimangono ancora da attreversare l'Algeria, trovare il modo di aggirare il problema della frontiera chiusa dal lontano 1975 con il Marocco, poi la Spagna, la Francia.. Altri 10.000 km che però non farò.
Cosa mi chiama in patria? Quale richiamo è così forte da farmi desistere dal completare un viaggio?
No non una donna, da tempo ormai non ho più la necessità di farmi legare all'albero maestro come fece Ulisse per non cedere alla tentazione delle sirene.
Non il lavoro, quella spinosa questione è stata accantonata anche se non del tutto risolta, dovrò decidermi un giorno di che cosa vorrò fare da grande.
Che cosa allora?
Semplice, un altro viaggio!
Condurrò a breve una spedizione in Mongolia, per questo devo tornare a casa. Giusto il tempo per fare i documenti e poi partire di nuovo.

mercoledì 18 giugno 2008

LIBIA

..un'altra frontiera, un'altra lingua, un altro fuso orario, un'altra nuova targa.. la solita pila di documenti e le solite 6 ore di attesa sotto un sole cocente a rispondere a domande poste da personale qualificatissimo.. welcome in Libia!Questa volta non sono solo pero'. E no! Mister Mohammar El Gheddafi ha cura dei turisti che visitano il suo paese, e si! Alla frontiera c'e' un "accompagnatore turistico" che mi aspetta, sono sotto la sua tutela, alla modica cifra di.. lasciamo perdere!Dai 50 euro che mi servivano a fare il pieno in Turchia, in Libia me ne bastano 3, se dovessi comperare lo stesso quantitativo di acqua me ne servirebbero 30. Conclusione: la benzina costa 10 volte meno dell'acqua, o l'acqua costa 10 volte di piu' della benzina. Mentre faccio queste considerazioni non so se bere benzina e mettere acqua nella moto. Poi, fatti due conti, siccome in un giorno consumo piu' benzina che acqua, decido di bere acqua e mettere benzina nella moto.

..lo sapevo fin dall'inizio che a correre attorno al Mediterraneo c'era da stomacarsi di storia.
Per questo ho limitato le dosi di assunzione fin dall'inizio e le ho intervallate con lassi abbastanza lunghi di tempo. La posologia e le modalita' d'uso in ogni caso, sembrano non avere sortito l'effetto sperato, comincio ad essere stanco. Dopo un ora che sto visitando un sito, tutto diventa un unico ammasso enorme di pietre senza forma e privo di interesse. Sono i primi sintomi dell'indigestione, comincio ad essere saturo!
Forse e' complice il caldo, i siti archeologici aprono alle 8.30, anche arrivandoci presto l'aria diventa rovente dopo poco piu' di un ora. La tuta della moto si appiccica al corpo rendendo difficoltosi i movimenti, non si riescono a piegare le gambe per affrontare gli scalini ed un timido ruscello di sudore prende la sua corsa dalla nuca verso il fondoschiena. Gli stivali pesanti ed imbiancati dalla polvere arrancano faticosamente sul selciato, dalle spalle pendono le ginghie delle macchine fotografiche, della telecamera, del cavalletto. Le guide sonnecchianti sono appollaiate all'ombra degli oleandri, il caldo sembra avere smorzato anche il loro entusiasmo di abbordare il turista. Mi guardano ma non accennano a muoversi, forse sanno che con me non si caverebbe un ragno da un buco ..o forse, semplicemente faccio loro pena.

Me la cavo meglio a Cirene, su quelle alture l'aria rimane fresca quasi tutto il giorno, quando scendo a Leptis Magna sembra di essersi calati nelle viscere dell'inferno.
Alle 11,30 desisto ed abbandono il campo, il termometro segna 47 gradi!
Non credo fossse stata questa stagione quando, in questa citta', Lucio Apuleio tenne la sua oratoria di tre giorni. Con questo caldo avrebbe gettato anche lui la spugna dopo poche ore!






lunedì 16 giugno 2008

EL ALAMEIN

..quante volte mi sono fermato a rendere un pensiero a quanti hanno combattuto e sono morti.
Stalingrado, Rostov sul Don, Caporetto.. il mondo e' pieno di localita' tristemente famose.
Mentre passeggio tra le lapidi dei sacrari non posso fare a meno di trattenere le lacrime, non sono un sentimentalista, ma non posso fare a meno di non sentire tutta la disperazione che questi luoghi emanano. E' una giornata di vento, gli oleandri piantati tra le tombe si agitano lievemente, il silenzio regna ovunque. Il custode del cimitero apre la porta solo per me, nomi di giovani ragazzi scorrono davanti ai miei occhi.. quanti! Perche'?
Encomi solenni sono affissi dappertutto su delle targhe di marmo, ma non servono a riportare in vita chi la vita l'ha perduta inesorabilmente.
Quel che mi stringe piu' il cuore e' che, l'esercito italiano era sempre il piu' male equipaggiato, il piu' scarsamente rifornito, e sempre messo in prima linea..
Vennero sacrificati i migliori uomini, il battaglione paracadutisti della Folgore, c'erano anche ragazzi del San Marco, uomini di aria e di mare messi a combattere nelle sabbie del deserto.
Un ufficiale tedesco commento' "e' stato come lavare il pavimento con l'acqua di colonia".



..sono passati vent'anni da quando quel treno mi porto' lontano da casa.
Un vecchio locale che fermava ad ogni paesino, ad ogni partenza sentivo le mie radici che, piano piano, sempre piu' si strappavano.
Sono un contadino io, faccio parte di quelle genti che migliaia di anni fa optarono per la sedentarieta', preferirono le comodita'.
Poi la vita ti mette di fronte a delle scelte e si sceglie di partire.
A volte anche viaggiare e' una comodita', ti permette di fuggire.
..e spesso e' da se stessi che si fugge.
Destino vuole, a volte, che lungo il peregrinare incontri la persona dalla quale stai fuggendo.
Ti accorgi come per incanto, che non spaventa poi cosi' tanto.. Adirittura ti sembra amico.
Ho ritrovato un amico, ora voglio solo tornare a casa e trascorrere del tempo insieme.




giovedì 12 giugno 2008

EGITTO

..Sharm el Sheik, non so a voi, ma a me non piace per niente ..sembra il paese dei balocchi!
Niente di spontaneo, aleggia un allegria forzata, si ostenta un divertimento che non condivido e sopratutto non concepisco.. staro' diventando vecchio!
I gestori dei negozi di souvenir sono assillanti oltremodo, se non dai loro retta ti insultano in arabo, sfortunato uno di loro che non immaginava che le prime parole di arabo che ho imparato (come di tutte le altre lingue) sono state proprio le parolacce ..credo sia ancora seduto su quella sedia con gli occhi sbarrati.

..decido di nascondermi sott'acqua, ma non a Sharm, come ho detto non mi piace .
Vado a Dahab, li c'e' il Blue Hole, il buco azzurro.
Con Samuel ci facciamo una foto prima di immergersi, alle nostre spalle, sulla parete della montagna, delle lapidi in marmo ricordano i sub morti qui.. sono veramente tanti!
Io non voglio bombole, lo seguo in apnea.

Prima di infilare la testa sott'acqua non ci si rende conto di quanta vita pulluli in questi abissi, c'e' un silenzio ovattato quaggiu', ma la policromia dei pesci sembra come dare voce al tutto.
Stelle marine, murene, e mille altri pesci dei quali non so i nomi (..non posso mica sapere tutto!), una testuggine sembra volare sospesa nell'acqua

Come per l'esercito di Annibale, i due giorni di ozio passati nel Mar Rosso, mi stanno togliendo la voglia di continuare a viaggiare. Complice anche il caldo che non da tregua e sfianca, ogni giorno si sfiorano i 50 gradi! Risalgo in sella e taglio la penisola del Sinai, passo dal Monastero di Santa Caterina e dal Monte Sinai, fu qui che Mose' ricevette le tavole dei 10 comandamenti. Proseguo, arrivo a Suez oltrepasso il tunnel che passa sotto dell'omonimo canale e punto verso Il Cairo.

..se si esce vivi dall'attraversamento de Il Cairo in moto, credo che nessuna altra cosa al mondo possa spaventare! 18 milioni di abitanti in una citta' che come estensione e' uguale a Roma, che pero' ne conta 5, vedete voi.. Quando passo sul ponte del Nilo mi fermo, e' quasi il tramonto, una fitta coltre di smog aleggia su tutta la citta'.. non credo che Tutmosi o Ramsete godessero della stessa visione che sto avendo io.

..l'albergo dove alloggio e' praticamente a ridosso delle piramidi, mi lasciano parcheggiare proprio davanti all'ingresso, un poliziotto della turistica fa da guardia.
Quando esco a fare due passi lo trovo inginocchiato a culo per aria di fianco alla mia moto:
-..hai perso qualcosa o stai controllando l'olio?-
mi sorride -sto pregando, di solito mi metto qui-.
-Aspetta- gli faccio -te a sposto subito, scusami..-
-no lascia, va bene, c'e' anche la scritta che mi concilia-
e mi indica la scritta ALLAH AKHBAR sulla fiancata della moto.
..dal tetto dell'albergo le guardo, sono le piramidi di Cheope e Chefren.
Sembrano qualcosa di sovrannaturale, un brivido mi corre lungo la schiena, soprattutto a pensare se qualcuno mi scopre arrampicato al dodicesimo piano dell'albergo sopra le macchine dei condizionatori.
Hanno la base quadrata, la piu' grande (quella di Cheope) ha un lato di 230 metri, poggia su di una superficie di quasi 5 ettari e mezzo.. ha i lati fuori squadra di soli 4 millimetri.
Pazzesco.
Mi sporgo dal cornicione del tetto dell'albergo, che e' alto 35 metri (in confronto ai 146 della piramide di Cheope) sara' fuori piombo di almeno 2o centimetri ..costruito 5.000 anni dopo!!!

lunedì 9 giugno 2008

SINAI

Da Petra mi sposto ancora a Sud e raggiungo lo Wadi Rum.
E' considerato un deserto, potrebbe somigliare all'Akakus libico, anche se le dune di sabbia sono quasi assenti ma le maestose montagne rocciose sono decisamente piu' imponenti.
Arrivo al tramonto, carico come sono non mi addentro molto, la moto (carica com'e') pesa all'inverosimile. La maggior parte delle forze della giornata le ha fatte evaporare il caldo, non ho voglia di insabbiarmi e di lavorare per tirare fuori la moto, dopo qualche chilometro mi fermo in prossimita' di un accampamente, l'ospitalita' beduina e' subito sfoggiata.
Mangio una ciotola di riso con il pollo, dopo cena, gioco a fare le ombre con le mani al lume della lampada a petrolio. Attorno, sei bambini mi guardano attenti ed assolutamente muti.

All'indomani mi sveglio alle 5, il sole deve ancora sorgere, mi apposto su di un promontorio ad aspettarlo. L'aria e' frizzante ma presto si scaldera' sino a diventare rovente. Quando il sole si leva, queste montagne di roccia immobili fin dalla notte dei tempi, proiettano ombre che si muovono lentamente. Tutto lo Wadi e' un movimento di luci ed ombre, una mandria di dromedari cammina, apparentemente stanca, verso sud in cerca di qualche cespuglio fresco.
Lo scenario non deve dissimilarsi molto a quello di mugliaia di anni fa.
Ritorno alla tenda che il sole brilla gia' alto, il te e' pronto, dolce e bollente.


All'ufficio informazioni di Aqaba (Giordania) mi dicono che il traghetto per Nouweiba (Egitto) parte ogni giorno alle 11 e di essere li due ore prima.
Alle nove del mattino seguente sono al cancello del porto e la prima di una lunga serie di correzioni sull'orario di partenza mi viene subito recapitata, si parte all'una!
Sotto un sole cocente aspetto con una pazienza che non credevo di avere, anche quando mi dicono che la nave partira' non prima delle tre..! Imbarchiamo solo alle 4 del pomeriggio ma la nave resta inspiegabilmente in rada fino alle 5 e mezza. Si parte.
Il Mar Rosso e liscio come una tavola ma l'abilita' del comandante, con una serie di controvirate, riesce a fare cadere la mia moto (legata con due cinghie) parcheggiata nella stiva..
La compagnia di navigazione e' la stessa che qualche anno fa si rese colpevole della morte di centinaia di pellegrini per un naufragio avvenuto proprio in questa rotta.
Arriviamo nel porto di Nouweiba alle sette ma restiamo in rada un ora.
Alle otto si scende, cominciano le formalita' doganali: documenti, assicurazione, Carnet de Passage, targa, ecc.. Il tutto richiede 4 ore. Sono stanco, sudato, finito come un calzino. Quando varco il cancello del porto, il soldato che mi rida' il passaporto dopo averlo controllato per l'ennesima volta, mi dice: wellcome in Egypt. Lo guardo con gli occhi iniettati di sangue e devo trattenermi per non saltargli addosso. Mancano pochi minuti a mezzanotte.. 15 ore per percorrere 50 miglia!

Per quanto presto si parta e' sempre tardi, il sole scalda gia da subito dopo l'alba.
Da Nouweiba punto a sud, voglio poter dire sono stato anch'io a Sharm el Sheik!
Attraversare il deserto del Sinai nel mese di giugno non e' una delle migliori idee, al primo check point chiedo che temperatura ci sia: 47 gradi!
All'ingresso del Wadi Meghara sembra di entrare in un forno, la gola e le narici mi bruciano, il mio fisico sembra non rispondere bene.. mi pare di sudare freddo. Al secondo check point chiedo la temperatura ancora: 52 gradi, guardo l'orologio, e' mezzogiorno.

giovedì 5 giugno 2008

GIORDANIA






..la Siria e' alle spalle ormai, sono in territorio Giordano, una fuggevole sosta ad Amman e poi giu' a sud, la prossima meta e' il Mar Morto.
E' il fiume Giordano, strozzato da numerose dighe e ridotto ad un rivolo d'acqua moribondo, che ha dato il nome a questa terra. In questo punto segna un confine naturale tra Giordania ed Israele, dall'altra parte, verso ovest, si estende una terra dilaniata, contesa da molti ed intrisa di sangue e sofferenza, e' la Cisgiordania.
Gli inglesi la chiamano West Bank, i giordani Transgiornania (appunto la parte oltre il Giordano), i palestinesi Palestina, gli israeliani (chissa' perche' ma la mia simpatia per loro accresce sempre piu'!) la chiamano semplicemente Israele..
Visito il sito dove si presume sia stato battezzato Gesu', mentre osservo le aride Tamerici nate tra le rovine della chiesa dove operava Giovanni Battista, mi chiedo quale sconvolgimento storico abbia portato il versare dell'acqua sulla fronte di quella persona..
A volte basta una scodella d'acqua per cambiare il corso degli eventi.
Pochi chilometri e sono sul Mar Morto, una foschia riduce la visibilita' a neanche 100 metri, il termometro segna 43 gradi all'ombra mentre il mio GPS mi conferma che siamo a 410 metri sotto il livello del mare.. sono sul punto piu' basso del pianeta!
Nell'aria aleggia uno strano odore, miscuglio di bitume e sale, la superficie del mare e' liscia e piatta come una latra di marmo. Mi spoglio e sono in acqua, nessuna sensazione di ristoro e freschezza, sembra di immergersi in un olio tepido.. mediamente in qualsiasi mare la percentuale di sale si aggira sul 3/4 %, qui siamo oltre il trenta, un terzo di quetso liquido e' sale!
Affondo a stento fino alla cintola, l'acqua mi spinge in su' e stento a tenere l'equilibrio, decido di tuffarmi di testa.. idea meravigliosa!
Niente come il Mar Morto di da la netta percezione del tuo corpo, ogni piccolo taglio comincia a farti ricordare che possiedi un fisico, mi brucia un unghia da dove qualche giorno prima avevo staccato a morsi una pellicina che credevo morta, sulla nuca mi sembra di avere un ferro da stiro e mi ricordo di essere stato dal barbiere il giorno prima. Le emorroidi implorano pieta', mi sembra che mi abbiano dato una pennellata di benzina nel culo! ..spero sia la volta buona che si cicatrizzino da sole e rimango in acqua un bel po, ma ora, seduto sullo spigolo di una sedia, sopporto in silenzio la loro vendetta.
Non contento ne combino un altra, evito di farmi la doccia, vediamo cosa succede, quanto resisto.
Prude dappertutto ma, in piedi al sole, tengo duro. La pelle incomincia a tirare, sembra che un'equipe di chirurgi estetici sia freneticamente al lavoro su di me, capisco di quale prova di coraggio abbiano dato Berlusconi e Mike Bongiorno ed e' li che mi commuovo.
Dopo pochi minuti incomincia la mutazione vera e propria, sto diventando bianco! Le mutande (non avevo voglia di mettere il costume) sembrano di legno ed assumono una forma bizzarra, sembro un superdotato (finalmente!), penso di ricorrere piu' spesso a questo stratagemma:-)
I pochi passanti si fermano a guardarmi, non capisco se per la forma delle mutande o per il colore che ormai ho assunto, sembro una statua di sale.

..non sono ancora le sei di mattina quando entro a Petra, in giro non c'e' nessuno.
Percorro il canyon che da accesso alla citta' Nabatea, ai piedi di quei strapiombi mi sento insignificante, un omino che, senza chiedere permesso, ha la presunzione di poter visitare cotanta bellezza.
Regna il silenzio ed una piacevole frescura mattutina regala un ulteriore senso di pace, quasi mi vergogno di profanare tale splendore con la presunzione di poterlo intrappolare in una foto, quando scatto, l'eco del click della macchina fotografica si ripercuote lungo le pareti.. mi viene la pelle d'oca.


Non provo nemmeno a descrivere quel che gli occhi, sbalorditi dallo stupore, hanno fatto fatica a vedere e la mente, limitata dal suo macchinoso lavoro, a concepire.



..vi regalo qualche foto non potendo raccontare quel che il mio cuore oggi ha visto.


..sulla via del ritorno, Petra non sembra piu' la stessa invasa dai turisti con ombrellino, si fa vedere ma non si rivela, la natura ha elaborati modi per proteggersi.
Camminando scalzo tra le pietre arroventate dal sole a picco, mi guardo i piedi bianchi di polvere e gonfi dal calore, all'orizzonte una nube di polvere fuoriesce da una tomba scavata nella roccia, un fuggi fuggi generale, ombrellini svolazzano dappertutto.
Mi avvicino pronto ad intervenire, di sicuro, a giudicare dallo scompiglio, dentro quella grotta si cela un drago molestato nel sonno! I giapponesi strillano come galline in procinto di essere strozzate, le guide giordane che li accompagnano scagliano pietre in direzione dell'ingresso.
Chiedo cosa ci sia dentro ma, nella concitazione generale e dalla fretta di spiegare non capisco niente, mi avvicino all'ingresso e lascio agli occhi il tempo di abituarsi alla penombra, poi un passo ancora verso l'interno. Nessun rumore.
Nell'angolo a sinistra due occhi grandi splendono come la luna piena, dopo pochi secondi, nel buio si staglia il bianco dei denti che solo il migliore amico dell'uomo ha. Mi inginocchio ed aspetto sussurrando qualche parola sottovoce.
Dopo pochi secondi ce ne usciamo uno in fianco all'altro, lei fiera e a testa alta come un leone, quasi orgogliosa di avere terrorizzato cosi' tanta gente.
..non so il suo nome ma e' lei la custode di Petra.
Seduto all'ombra mangio un pezzo di pane che divido con lei, poi mentre mi verso dell'acqua nel palmo della mano lei beve avidamente e si accoccola vicino a me.. mentre la guardo respirare beata nel sonno, mi viene in mente una frase pronunciata non mi ricordo piu' da chi:
"nessuno puo' dire di essere stato veramente amato se non ha mai posseduto un cane".